30/07/2021

Quotidianamente, sulla piazza di Taranto arrivano  circa 1000 quintali  di cozze greche, pronte per  la immersione nelle acque del Mar Grande,  bagno rigenerante necessario prima  della ‘partenza’  verso i  banchi di vendita di pescherie e i mercati della Puglia, Campania, Calabria.

“Il mare di Taranto sta diventando il deposito della Grecia”, affermano arrabbiati i  mitilicoltori tarantini che ad oggi hanno smaltito solo un 20 % della produzione locale di cozze.

“Abbiamo visto le immagini amatoriali  girate da un sub nelle acque delle zone di  immersione in Mar Grande delle cozze greche:  acque torbide,  per la presenza eccessiva -oltre i limiti consentiti- di mitili immersi.  E’ in gioco – commenta Luciano Carriero, presidente provinciale della categoria Mitilicoltura e Pesca di Confcommercio Taranto- la sicurezza alimentare dei consumatori. Non riusciamo a comprendere  come una pratica abusiva così spinta possa andare avanti, quando abbiamo l’80% delle nostre cozze prodotte in Mar Piccolo, invenduto.

E’ in atto un piano di spartizione  del mercato della cozza dal quale la produzione  di Taranto resta tagliata fuori. E’ bene che lo si sappia, vogliamo tutti il ‘bene’ alla mitilicoltura tarantina, ma avanti di questo passo – conclude Carriero- la Cozza di Taranto del Mar Piccolo  rischia l’estinzione.”

Intanto proprio nelle ore scorse i militari della Guardia Costiera e del Commissariato della  Polizia di Stato hanno effettuato un importante sequestro di cozze e di prodotto non tracciato dopo una complessa attività di polizia. Una operazione alla quale  va la riconoscenza  degli operatori che chiedono alle istituzioni locali di non essere lasciati soli e che rappresenta un segnale importante in queste ore difficili.

I mitilicoltori, ormai in stato di allerta, preannunciano intanto  azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e invitano i consumatori ad acquistare  la Cozza di Taranto, mentre affidano alla voce del  presidente Carriero un accorato appello alle autorità: “Il nostro prodotto locale è a mare, in attesa di essere venduto, mentre  i banchi di vendita sono invasi da cozze greche fatte passare per tarantine. Un abuso che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, e che toglie il pane alle nostre famiglie. Chiediamo un intervento decisivo delle autorità preposte