16/03/2021

MISURE ANTICOVID

Puglia in rosso e restrizioni più rigide per almeno due settimane. Non solo limitazioni per gli spostamenti, autocertificazioni e scuole chiuse, ma come è noto sospensione dell’attività  di vendita delle merci  non ritenute essenziali.

Già dall’ingresso in fascia rossa si segnalano purtroppo  le prime anomalie,  ingenerate da buona fede in alcune situazioni e da furbizia in vari  altri casi. Non mancano infatti – come segnalato dai referenti delle categorie – i soliti noti che  hanno pesato bene   di aggirare l’ostacolo ed  approfittare per mettere in vendita  anche i prodotti non consentiti, cioè non rientrati nell’elenco – allegato 23 Dpcm 06-03-21- dei beni di prima necessità. Ciò ingenera confusione nel consumatore ,ma soprattutto una illecita concorrenza nei confronto delle attività costrette a restare chiuse dal  decreto  legge13 marzo 2021.

Una scorrettezza  da parte di quei negozi che trattano merci afferenti a vari codici Ateco (beni essenziali e non)  davvero grave nei confronti delle attività  che  non possono far altro che attenersi  al divieto di vendita. Situazione che ConfcommercioTaranto  ha segnalato al Prefetto, Demetrio Martino, ed alle autorità, affinché si predisponga  una serrata  attività di controllo su tutto il  territorio provinciale, a tutela delle attività del commercio al dettaglio costrette alla  chiusura , evidenziando tra l’altro come sotto l’aspetto sociale sia opportuno dare un preciso segnale di tutela della legalità.  

Lo stato di difficoltà in cui versano alcuni settori del commercio al dettaglio, ai quali in queste settimane è imposta la chiusura totale (abbigliamento, calzature, accessori  etc.)proprio in prossimità dell’arrivo delle nuove collezioni primaverili, non consente alcuna tolleranza e bonarietà nei confronti di quanti non rispettano le limitazioni imposte dal decreto anti Covid. I sacrifici richiesti ad alcuni settori del dettaglio – quello della  moda in prima istanza- sono enormi , e nessun ‘ristoro o sostegno ’ potrà mai compensare le perdite che lo scorso anno con il lockdown di primavera, ed ora con il nuovo fermo  alle porte della Pasqua, il settore della moda   è costretto a subire.

Se regole ci devono essere che siano regole per tutti.